Søren Kierkegaard

Frasi e aforismi di Søren Kierkegaard

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Søren Kierkegaard

Søren Kierkegaard

Søren Aabye Kierkegaard è stato un filosofo, teologo e scrittore danese, il cui pensiero è da alcuni studiosi considerato punto di avvio dell'esistenzialismo. La sua filosofia prese corpo da un doppio rifiuto, ossia il rifiuto della filosofia hegeliana e l'allontanamento dal vuoto formalismo della Chiesa danese.

L'essenza della donna è un abbandono sotto forma di resistenza.

L'unico uomo del mio tempo a cui abbia prestato attenzione, è Mynster. Ma egli si preoccupava solo di stare al governo, persuaso di essere nella verità: della verità poco si preoccupa, anche se essa fosse malmenata sotto i suoi occhi.

Fin dalla prima infanzia porto una freccia di dolore confitta nel cuore. Fin quando mi sta confitta, sono ironico – se vien levata, io muoio.

Cos'è dunque la malinconia? È l'isterismo dello spirito. Giunge un momento nella vita dell'uomo in cui l'immediatezza diviene quasi matura e in cui lo spirito esige una forma superiore nella quale afferrare se stesso come spirito. Come spirito immediato l'uomo è una cosa sola con tutta la vita terrena, e lo spirito si vuol quasi raccoglier fuori da questa dispersione, e trasfigurarsi in se stesso: la personalità vuole diventare cosciente di sé nel suo eterno valore. Se questo non accade, se il movimento si ferma, e viene represso, subentra la malinconia.

Ricordo di aver letto una volta una satira non priva di spirito intorno alla emancipazione della donna. Lo scrittore si soffermava specialmente sull'abito, e pensava che in questo caso doveva essere uguale per l'uomo e per la donna. Immagina che orrore! Allora mi parve che lo scrittore non avesse concepito il suo compito abbastanza profondamente, che i contrasti che ponevano non colpissero l'idea abbastanza nel segno. Ardirò per un momento pensare questa bruttezza, perché so che così la bellezza si mostrerà in tutta la sua verità. Cosa è più bello degli abbondanti capelli della donna, dei suoi ampi boccoli? Eppure lo scritto dice che è un segno della sua imperfezione e ne espone anche parecchi motivi. Ma osserva la donna quando china il capo verso la terra, quando le trecce rigogliose quasi toccano terra, e pare che siano cespi di fiori coi quali essa cresca insieme alla terra? Mentre l'uomo invece è, per così dire, respinto dalla terra e mira verso il cielo. Essa non sta accanto a lui come l'essere imperfetto? Eppure questi capelli sono la sua bellezza, anzi la sua forza; poiché è con questi, come dice il poeta, che essa imprigiona l'uomo e lo lega alla terra. Mi piacerebbe dire a uno di quegli imbecilli che predicano l'emancipazione: eccola, guardala in tutta la sua imperfezione! Un essere da meno dell'uomo! Se hai il coraggio, taglia le abbondanti trecce, spezza queste pesanti catene e lasciala correre come una pazza, come una assassina, a terrore dell'umanità!

Dio non pensa, Egli crea; Dio non esiste, Egli è eterno. L'uomo pensa ed esiste e l'esistenza separa pensiero ed essere, li distanzia l'uno dall'altro nella successione […].

Quello che ciascun uomo può compiere è il movimento della infinita rassegnazione; e, per conto mio, non esiterò ad accusare di viltà chiunque si immagini di esserne capace.

V'è sempre nella mia vita una malinconia, ma al tempo stesso una felicità indescrivibile.