Diego Abatantuono

Frasi e aforismi di Diego Abatantuono

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Diego Abatantuono

Diego Abatantuono

Agli inizi della sua carriera ha fatto parte del Gruppo Repellente, ideato da Enzo Jannacci e Beppe Viola, assieme ad attori quali Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Ernst Thole, e altri. Reso celebre dal personaggio del "terrunciello", che ha condiviso con Giorgio Porcaro, lo ha poi abbandonato, sapendosi ritagliare un suo spazio nel cinema italiano.

[Allo stadio] Non mi piace il clima che si è creato, non mi piace portarci i miei figli, non mi piace nemmeno tanto un tipo di gente che ci va solo per farsi vedere. Non vedo più tanti tifosi, ma gente che a curarsi l'immagine. Sarebbe molto meglio se andassero a curarsi in una clinica.

Non sopporto quelli che contano qualcosa solo alla domenica. Chi esercita un fastidioso tipo di potere. Non dico i vigili, ma tutti gli altri. […] Io mi sono sempre pagato la tessera. Ma se quando entro in uno stadio mi devo sentire un ospite, mi passa la voglia.

L'artista prima di tutto è un essere umano, diverso da qualsiasi altro artista che gli passi vicino. Che deve fare, davanti alla realtà? Dipende da chi sei, da come ti rapporti con il mondo. Io, per esempio, non amo una certa smania di esserci, di apparire, comune a tanti miei colleghi.

In tv ci vado a raccontare un film o a parlare di qualcosa che mi diverte come il calcio. Per il resto, la mia mossa alla partita a scacchi della vita è la coerenza.

Grembiule nero e fiocco azzurro: per un bambino milanista il primo giorno di scuola è un trauma.

La barba sono le mutande della faccia.

Non rifarei mai il cabaret di una volta: sarebbe penoso. Preferisco il ruolo di maestro di cerimonia.

Diventai milanista perché da piccolo trovai un giorno per terra il portafoglio di mio nonno. Lo aprii e vidi le foto ingiallite di padre Pio e Gianni Rivera, che io non conoscevo, non sapevo chi fossero. Lo chiesi a mio nonno e lui mi spiegò: uno fa i miracoli, l'altro è un popolare frate pugliese.