Arthur Schopenhauer

Frasi e aforismi di Arthur Schopenhauer

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Arthur Schopenhauer

Arthur Schopenhauer

Arthur Schopenhauer è stato un filosofo tedesco, uno dei maggiori pensatori del XIX secolo. Il suo pensiero recupera alcuni elementi dell'illuminismo, della filosofia diPlatone, del romanticismo e del kantismo, fondendoli con la suggestione esercitata dalle dottrine orientali, specialmente quella buddhista e induista.

Tutto ciò che accade dalle cose più grandi a quelle più piccole accade necessariamente.

La ricchezza assomiglia all'acqua di mare: quanto più se ne beve, tanto più si ha sete.

La qualità più utile alla nostra felicità è quella di bastare a noi stessi, di essere tutto a noi stessi in ogni cosa e di poter dire omnia mea mecum porto.

Dio è per i prìncipi lo spauracchio con cui essi mandano a letto i bambini grandi quando non c'è più altro che serva; quindi essi l'hanno in gran conto. […] Di più, dopo che cadde in disuso l'ultima ratio theologorum, quel mezzo di governo perdette molto della sua efficacia. Imperocché tu ben sai che le religioni sono come le lucciole: per risplendere esse hanno bisogno dell'oscurità. Un certo grado di ignoranza generale è la condizione di tutte le religioni, è il solo elemento nel quale esse possono vivere.

Cortesia è saggezza, scortesia quindi è stupidità: il crearsi nemici con questa senza bisogno e per capriccio, è pazzia, come quella di chi appicca il fuoco alla propria casa.

Le leggi matrimoniali europee assumono la donna come equivalente all'uomo: partono, dunque, da un presupposto sbagliato.

Nel 1857 è comparsa la quinta edizione di un libro adoperato all'università: Notions élémentairesde grammaire comparée, pour servir à l'étude des trois langues classiques, rédigé sur l'invitation du ministre de l'lnstruction publique, par Egger, membre de l'lnstitut, eccetera. E, invero – credite posteri! [Orazio, Carmina, 11, 19, 21 - la terza lingua classica di cui si parla è… la francese. Dunque questo miserrimo gergo romanzo, questa pessima mutilazione di parole latine, questa lingua che dovrebbe guardare con profondo rispetto alla sua più antica e assai più nobile sorella, l'italiano, questa lingua che ha come esclusiva peculiarità il disgustoso suono nasale, en, un, un, come pure il singhiozzante accento così indicibilmente ripugnante sull'ultima sillaba, mentre tutte le altre lingue hanno la penultima lunga, che produce un effetto così delicato e pacato, questa lingua, nella quale non esiste metro ma soltanto la rima, per lo più in é o on, costituisce la forma della poesia: questa lingua meschina viene qui posta come langue classique accanto al greco e al latino! Invoco il biasimo dell'Europa tutta per umiliare questi spudoratissimi fanfaroni.

La sua vita oscilla quindi come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che sono in realtà i suoi veri elementi costitutivi.